Il fitness e la cura

Riporto ai lettori alcune parti di un  interessante articolo di Agnese Ferrara, giornalista di Repubblica, sulle nuove tendenze del fitness e del suo valore preventivo, curativo e riabilitativo, pubblicato sul web a fine gennaio.

La Ferrara apre con una serie di domande che subito catturano la mia attenzione e subito ne spiega il senso:

Può  un test sul nostro livello di fitness cardiovascolare entrare a far parte delle analisi che prescrive il medico, insieme a trigliceridi, glicemia e colesterolo?

I medici includeranno nelle loro ricette i famosi 10.000 passi al giorno, esercizi con i pesi e magari lo yoga?”

 Il mondo del fitness, dopo anni di culto estetico del corpo, sta subendo una profonda trasformazione sotto la spinta della medicina preventiva. L’anno appena cominciato sarà, infatti, all’insegna del fitness medico, tendenza emergente secondo l’ultima indagine annuale sui trend mondiali, condotta dall’American College of Sports Medicine (Acsm). Gli analisti hanno contattato allenatori e operatori di palestre e centri benessere sparsi per il globo, dagli Stati Uniti a Singapore, Europa inclusa, delineando ben 42 tendenze per il 2017.

 Nelle prime dieci posizioni della classifica compare, per la prima volta, il cosiddetto fitness medico che, comunque, entra a diverso titolo anche negli sport piazzati in altre posizioni:

il risultato è che la maggioranza assoluta delle attività in palestra è volta a migliorare la salute e non più all’estetica.

La moda del momento.

 La tendenza si lega con l’uso dei dispositivi elettronici indossabili per il monitoraggio istantaneo dell’attività fisica, piccoli strumenti che occupano il primo posto della classifica e che possono essere strategici anche nel fornire un feedback ad allenatori, fisioterapisti e operatori sanitari.

I nuovi trend modificano l’organizzazione delle palestre e danno una spallata definitiva ai corsi di ginnastica più in voga fino a pochi anni fa. Escono infatti del tutto dalla graduatoria i popolarissimi zumba e le cyclette indoor di gruppo come lo spinning e i vogatori connessi fra loro. Sono fuori anche il rinomato pilates e i “boot camp” , gli allenamenti in stile addestramento militare molto seguiti negli scorsi anni.

“Aumenteranno in modo considerevole – commenta Walter Thompson, docente di Kinesiologia alla Georgia State University, coordinatore dell’indagine – le iniziative di salute globale, focalizzate sull’incoraggiamento di medici e operatori a far includere l’attività fisica nei piani di salute dei loro pazienti. Vedremo incrementare i programmi fitness presso ospedali, centri di riabilitazione, palestre convenzionate o accreditate”. Tendenza che del resto si sta già timidamente affacciando in alcuni paesi che sull’attività fisica, davvero quasi prescritta dal medico di famiglia, stanno investendo molte risorse.

Meglio dei farmaci.

<Nel mondo l’82 per cento dei 38 milioni di morti per patologie croniche – precisa Cèline Neefkes-Zonnevald, fisiologa, epidemiologa e docente all’Exercise Lab di Amsterdam, Olanda, coautrice dello studio – è causato da malattie cardiovascolari, cancro, patologie croniche respiratorie e diabete. Globalmente abbiamo sempre più bisogno di cure non farmacologiche e il fitness è lo strumento più prezioso e rivoluzionario>.

Si fanno così strada analisi e controlli oggettivi, dai quali partire per stabilire un programma di allenamento efficace e rapido. Ne sono convinti i medici dell’American Heart Association che, per la prima volta quest’anno, hanno fatto rientrare nelle nuove linee guida il test di fitness cardiorespiratorio (che indica come il corpo scambia l’ossigeno con i tessuti, e quanto) come parte integrante dell’esame medico, insieme alla misurazione della pressione arteriosa e all’elettrocardiogramma, come riportato su Circulation”.

L’articolo prosegue descrivendo calcolatori virtuali, contapassi ed altra strumentazione “fai da te”, a mio avviso di non facile ed utile impiego, nel senso che ritengo in ogni caso sempre di fondamentale importanza il controllo e la supervisione di specialisti ed esperti di settore, anche per il semplice periodico monitoraggio dell’attività fisica eseguita settimanalmente.

È interessante però porre l’attenzione sul cambio di rotta che interessa il fitness tutto, al di là delle mode del momento e delle discipline più gradite in una palestra o in una città, spesso strettamente connesse a chi le insegna e le pratica, più che alle reali conoscenze della disciplina stessa e dei suoi potenziali benefici.

Di fatto ascoltare il proprio corpo, cercare di cogliere i messaggi che questo ci invia, che siano essi di gratificazione e compiacimento o allert di malessere o difficoltà, è un’attitudine che tutti dovremmo tentare di praticare con costanza e dedizione.

Dedicare un po’ di tempo all’attività fisica, sia questa praticata all’aperto o in una palestra, proporzionata alle proprie caratteristiche  fisiche (peso, altezza, età, patologie in atto) e mentali, è in un certo senso “dedicarsi attenzione”, “accogliersi amorevolmente”…. Questo è già di per sé un tassello importante della prevenzione, della cura e della riabilitazione .

Ciascuno di noi scelga le proprie forme espressive, i movimenti che gli appartengono, le melodie che sente dentro di sé e sperimenti se stesso…. meglio con il supporto di persone, piuttosto che di macchinari, secondo me e le esperienze sportive che ho maturato nel corso degli anni, ma comunque si sperimenti! Entri nell’ affascinante gioco delle relazioni tra corpo e mente, giochi un po’ con se stesso ed un po’ con i compagni di corso o di squadra… e soprattutto respiri sempre, profondamente ed intensamente… ossigenando polmoni e pensieri, a beneficio del proprio ed altrui benessere!