L’orologio di Benedetta

La RoverePropongo con piacere le riflessioni di un caro amico, Marcello Pesarini, persona che stimo profondamente per il suo quotidiano impegno al fianco di chi, per difficoltà fisiche, intellettive, economiche o culturali, vive una condizione di marginalità sociale.
Marcello c’è sempre e c’è concretamente, con idee propositive e con fatti tangibili.
Subito ha accolto la mia richiesta di contribuire alla redazione del sito ed ecco il primo dei suoi contributi, un omaggio ad un’opera importante, letteraria prima e teatrale poi, che racconta una storia di tempi di vita, di accettazione e di attesa, di dolore e di profondo affetto.

“L’orologio di Benedetta”, testo di Gabriella La Rovere, edito da Mursia Editore, è diventato un monologo teatrale, rappresentato a Moie (AN), su iniziativa del Gruppo Solidarietà.

Ecco la personale sintesi di Marcello, che ha preso parte all’evento.

“Si spengono le luci sulla Solidarietà di Grusol, 25esimo anniversario della nascita di un’associazione importante nella storia della cura e dell’auto cura del male. Le parole di Fabio, fra i fondatori, riportano le azioni e le discussioni di tanti di noi, quasi tutti impegnati coi mali a cui apparteniamo perché li possediamo, o perché ce ne occupiamo.
Si spengono le luci e se ne accendono altre due: quella della scena e quella del dolore che ci appartiene. Entra Gabriella, madre di Benedetta, che ci ha visti entrare uno ad una, e non si è resa conto, al buio, di quanto siamo aumentati. Ecco: L’orologio di Benedetta.
Benedetta nasce 22 anni fa con la sclerosi tuberosa, ed è affetta da autismo. Fa presto conoscenza con l’ignoranza dei dottori. Se il male grave, che ha colpito coloro che, per diversi disturbi, fino ad anni fa venivano chiamati gli “infelici”, ha una caratteristica, quella di essere un ottimo modo di incolpare la donna, che “ha scaricato” come diceva Battleheim “ il freddo della mamma frigorifero sul figlio”.
La donna che ha partorito Benedetta è però quella che ne conosce e capisce l’orologio, per cui Benedetta ad ogni azione compiuta, pranzo, lezione o film, chiede, fino a risposta ottenuta, cosa l’attende alla prossima tappa.
Gabriella ci disegna con spezzoni di vita, di film, anche di diagnosi, la figura di Benedetta vera ed ai raggi x, nei panni di Harry Potter e delle Galline in fuga. I personaggi esemplari, leader per Benedetta, diventano alleati e avversari con cui competere per mamma Gabriella.
Chi ha detto che non sentono questi ragazzi condannati a non crescere mai del tutto durante la loro vita? Sentono e ce lo fanno sentire, quando la loro ricerca di una soluzione alla giornata è particolarmente sofferta e senza fine, e la mamma disperata avrà quando meno se l’aspetta il meritatissimo premio, a sorpresa.
Non è vita da riuscire a vivere tutti i giorni, eppure, Gabriella non ha di certo perso il ritmo. Si tratta di un lavoro di coppia, in cui nessuna delle due può vivere da sola. Non è facile per nessuno affrontare l’inaspettato, ma molte reazioni comuni sono più che inaspettate, quanto stupide ed egoiste.
Lo spettacolo finisce senza né alti né bassi, solo altissimi, perché tali sono i sentimenti ed i sorrisi, e la pace, pur nel tumulto, che ti mette dentro.
Il simbolo, l’orologio colorato, regalo di Benedetta a Gabriella, è ciò che rimane nelle nostre mani per il futuro: la necessità di non perderci di vista, e la sicurezza che la madre sarà sempre lì per lei. Per la madre questa sicurezza scaccia la paura di dovere lasciare la figlia, un domani: “Noi saremo sempre insieme, mamma”, il grido di Benedetta.”

Lavoro Migrante

Lavoro che migra, lavoro per migranti, migranti che emigrano

Segnalo ai lettori che sul Portale Integrazione Migranti sono stati pubblicati i Rapporti dedicati alle principali comunità migranti presenti in Italia: albanese, bengalese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese, tunisina, ucraina.

Nei Rapporti si analizzano i dati relativi a diverse dimensioni del processo migratorio, della presenza e dell’integrazione; all’interno dei singoli Rapporti sono analizzate le caratteristiche sociodemografiche, la partecipazione al mercato del lavoro, al sistema sanitario e al welfare, i percorsi scolastici dei giovani provenienti da un contesto migratorio e la partecipazione sindacale. Tra gli approfondimenti ampio spazio viene dedicato all’inserimento sociale, scolastico e lavorativo di minori ed adulti, ovvero sono analizzate dettagliatamente le condizioni occupazionali, il sistema delle assunzioni e delle cessazioni nel mercato del lavoro dipendente o parasubordinato, ai NEET, cioè coloro che allo stato attuale non studiano e non lavorano, all’imprenditoria migrante ed alla sicurezza sul lavoro.

Le sezioni dedicate all’accesso al mondo del lavoro, dal passaparola ai centri per l’impiego provinciali, mi invitano a riflettere sull’importanza, sempre più evidente, del riconoscimento dei BILANCI DELLE COMPETENZE, individuali ed aziendali, che non solo valorizzano le attitudini e le specifiche abilità di ogni singola persona, ma agevolano a questa il percorso di inserimento professionale, a volte lungo ed impervio, ampliandone a volte anche i campi di applicazione, mettendo in risalto abilità pratico-manuali, note caratteriali e di creatività, che possono dare forme e colori diversi ad impieghi occasionali o part-time, attività hobbistiche e lavori ripetitivi ed apparentemente poco gratificanti. Acquisire una maggiore consapevolezza del proprio “saper fare”, oggi più che mai, si rivela utile e spesso anche molto gratificante.

I Rapporti e le relative sintesi sono disponibili nell’area Paesi del Portale Integrazione Migranti, all’indirizzo:

http://www.integrazionemigranti.gov.it/associazioni-migranti/paesi/Pagine/default.aspx

La Società che cambia

Porto con piacere all’attenzione dei lettori note riguardanti il prossimo Congresso del CNCP (Coordinamento Nazionale dei Counsellor Professionisti) in programma a Roma domenica 8 MAGGIO 2016. Il tema è interessante e riguarda lo svolgimento della nostra professione nella società odierna, in costante e dinamica evoluzione.

Il titolo sollecita la riflessione e lo spirito creativo e costruttivo che solitamente caratterizza chi, con passione e convinzione, svolge la professione di counsellor e di esperto di bilancio delle competenze:

IL COUNSELLOR NEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETÀ
STATUS SCIENTIFICO E STATUS OPERATIVO DELLA PROFESSIONE

Quali percorsi possibili di conferma, sperimentazione e costruzione co-creativa, per rispondere ai bisogni di sempre e a quelli emergenti…? 

Riporto un estratto del comunicato del Comitato Organizzativo del Congresso CNCP, consultabile anche sul sito http://www.cncp.it:

I processi di innovazione e cambiamento sociale, economico e culturale trovano una sintesi nel macro sociale, micro sociale e soprattutto nei processi relazionali che caratterizzano la comunicazione in ogni ruolo, sia pubblico che privato. Famiglia, Scuola, Organizzazioni si trovano a svolgere le funzioni relative alle proprie finalità in contesti già trasformati e continuamente in via di trasformazione, rispetto ai quali lo sfondo integratore è il tema dei mutamenti e del continuo confronto.  Nel Congresso 2016 il CNCP affronta con i propri soci i mutamenti di contesto, il rinnovamento del senso di appartenenza, la crescita del valore della professionalità alla luce della complessità del tempo attuale.

Il Congresso si terrà presso l’UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA, a Roma in P.zza dell’Ateneo Salesiano.

Per maggiori informazioni è possibile contattare direttamente la segreteria del CNCP:

telefono 08119578411 dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 14:30 alle ore 17:30 – e-mail info@cncp.it

Counselling e nutrizione

Il counselling nutrizionale nasce con l’obiettivo di favorire la presa di coscienza nella Persona di abitudini alimentari e stili di vita non corretti e di facilitarla nell’individuazione di comportamenti corretti praticabili nel quotidiano.

Tanti infatti possono essere gli “agenti di disturbo” di un’alimentazione equilibrata e gratificante: le abbuffate continue o alternate a periodi di digiuno, l’introduzione di elevate quantità di cibo e calorie o di contro la scarsa o nulla assunzione di gruppi di alimenti, in alcune circostanze le intolleranze alimentari, la presenza di altre patologie o anche l’abuso di farmaci. Di pari passo vanno poi considerati gli aspetti affettivi, lavorativi e relazionali della Persona, la sua capacità di “ascoltarsi e comprendersi”, la sua attenzione al corpo ed ai segnali che questo inevitabilmente comunica.

Il counselling nutrizionale è rivolto all’individuo o a piccoli gruppi e si basa sullo scambio interattivo di informazioni fra consulente ed utente, finalizzato a fornire un’educazione nutrizionale, ricercando strategie concrete per un nuovo stile comportamentale, volto a ridurre atteggiamenti correlati ad un disturbo alimentare, affrontare diete e regimi alimentari restrittivi, aumentare la varietà dei cibi assunti, promuovere la cucina creativa ed incoraggiare l’attività fisica regolare.

Il counselling nutrizionale, quindi, punta a svolgere anche un’apprezzabile funzione di prevenzione, rispetto ad importanti malattie dell’era moderna, quali ad esempio patologie cardiovascolari, diabete, ipertensione e tumori.

Un percorso di counselling nutrizionale è pertanto rivolto a tutti, sia a soggetti sani, che vogliono migliorare le proprie abitudini alimentari, sia a soggetti a rischio, come per esempio persone in sovrappeso o al contrario sottopeso.

Segnalo a tal proposito che stanno crescendo anche in Italia presidi clinici ed ospedalieri, dove la figura del counsellor della nutrizione è parte integrante delle Unità Operative multidisciplinari.

Ad esempio il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma dispone, nell’ambito dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia, di un servizio di counselling nutrizionale, affidato alla figura professionale del dietista-counsellor professionista. La stretta collaborazione con i medici dell’Unità Operativa, cui si deve l’inquadramento diagnostico del paziente, assicura così un approccio adeguato alle esigenze specifiche della persona, secondo percorsi e modalità di erogazione del servizio specificamente attivati dalla Struttura.

Concludo con una riflessione del filosofo Umberto Galimberti, che sollecita l’attenzione al rapporto tra cibi e sensi, tra stili alimentari e tradizioni, che sono anch’essi aspetti fondamentali di un percorso di counselling nutrizionale individuale o di gruppo.

Perché è così difficile darsi una misura nell’assunzione del cibo? Perché gusto ed olfatto sono i sensi più arcaici che mettono in moto le zone più primitive del nostro cervello, quelle su cui i nostri ragionamenti, i nostri propositi, la nostra buona volontà hanno una scarsissima incidenza. Per questo la gola, più che un vizio capitale, è un richiamo alla nostra animalità, il retaggio della nostra antica condizione”.